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Infidi ricordi …

I ricordi sono infidi: ti trovano quando meno te l’aspetti. Basta una canzone, che risuona alla radio mentre sei in un locale, o stai guidando chissà verso quale meta; una fotografia, che ti capita tra le mani per caso, o che hai davanti agli occhi tutti i giorni; un luogo, conosciuto, o meno.
Una donna anziana di piccola statura con un secchio pieno d’acqua, uno straccio ed una tavolozza di colori con diverse tonalità: grigi spenti e cupi, toni carichi e vivaci. Le basta dare un attento sguardo alla superficie della tua mente per individuare i ricordi felici e quelli dolorosi; i primi brillano, alcuni dei secondi sono immagini intermittenti e fanno capolino di tanto in tanto, altri sono più forti ed insistenti.


Dapprima lancia getti di colore su quelli felici per aumentarne l’effetto benefico, ravvivarli ed aumentarne il contrasto con gli altri circostanti dal colore fievole. Se questo non è abbastanza, getta un po’ di grigio su quelli intermittenti, così da renderli quiescenti. Serve però qualcosa di più per quelli più potenti: passa più e più volte lo straccio con notevole energia.
Così immagino una sorta di coscienza, capace di agire sui ricordi.
Se solo esistesse …

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