Come scegliere l’istruttore perfetto …
Michel Robert (atleta olimpico di equitazione)
Se anche tu vai a cavallo da un po’, saprai perfettamente che si deve creare una perfetta sinergia tra allievo ed istruttore per ottenere buoni risultati, ma se non lo sai ancora te ne accorgerai prima o poi. Un po’ come del resto è capitato a me, passando da un maneggio all’altro. All’inizio vieni catapultata in un mondo che non conosci affatto e ti accontenti, diciamo così.
Nella mia esperienza di amazzone mi sono resa conto che ne esistono diverse tipologie. Ecco quelle che sono riuscita ad individuare fino ad ora.
1- Il “pallonaro”
Pazienti, pazienti … ma ancora niente ! Soltanto passo, passo e ancora passo … L’emozione del trotto è solo un lontano miraggio! Ti viene da pensare che forse serva un po’ di tempo per prendere confidenza con questo possente animale, cercando di imparare a capirne i movimenti e pian piano cercare di assecondarli.
Ingenuamente ti fidi, pensando che abbia in mente un ben preciso programma da seguire. Quando, però, alla tua entusiasta domanda “Inizieremo con il trotto oggi???” ti risponde “Se te la senti …” evidenzia che sta andando completamente alla cieca!
Come sarebbe “Se te la senti …” ?!!! Insomma devi avere tu il coraggio di fare qualcosa che non hai mai fatto prima? Non ha per niente un programma in mente allora!!!
2- Il fuori di testa
A lezione ha la geniale idea di far saltare in ripresa (uno dietro l’altro). Follia completa: se uno cade, si crea un pericolosissimo effetto domino, soprattutto se la padronanza del mezzo non è ancora un gran che!
3- Il frustrato
Probabilmente in vita sua non ha fatto una gran carriera agonistica e pretende che tu debba vincere tutte le gare alle quali partecipi. Ed eccolo in campo, o all’ingresso dello stesso, che segue la tua performance e se commetti troppi errori inizia a sbraitare sempre più, mettendosi le mani tra i capelli ad ogni ostacolo abbattuto. Per non parlare poi se fai eliminato … ti ammonisce con “La prossima volta non mi freghi più, fai la categoria più bassa!”.
4- Il melenso
Hai presente quello che utilizza i vezzeggiativi “trottino”, “galoppino”, “carezzina”, … ? Non so tu, ma io difficilmente riuscirei a sopportarlo!
Ricorda l’equitazione è uno sport in cui le parole chiave sono grinta, fiducia e sensibilità.
5- Molto di più che un istruttore …
Credimi, soprattutto alle prime armi, avrai bisogno di una persona ti cui ti fidi, capace di capire se un giorno hai troppa paura, se è un periodo no, o c’è qualcosa che ti blocca, ma ti assicuro che sarà fondamentale anche in un secondo tempo, quando già sarai più pratica e sicura.
A tale proposito mi viene in mente una volta quando in campo ero tesa come una corda di violino, lui l’aveva intuito, quindi mi ha abbassato gli ostacoli, rincuorandomi con le parole “Non si deve avere fretta nell’equitazione!”.
È quella voce che ti dice con decisione “torna!” e tu sul tuo destriero vai verso il salto, pensando “Ancora?! Non ne posso più per oggi, sono davvero esausta! Proprio adesso che pensavo per fortuna che è andato tutto bene e non sono caduta …”, ma ugualmente provi un’altra volta, anche se magari il salto ti sembra un po’ più alto, perché sei sicura che non sia affatto uno sconsiderato e che se l’ha messo così sia perfettamente alla tua portata !
È quello soddisfatto dei tuoi, anche se piccoli, progressi, ed è convinto che tu possa continuare a migliorare, quello capace di trasformare la tua paura in coraggio.
La cosa speciale non è soltanto la grande passione che mette il suo lavoro e che riesce con enorme efficacia a trasmettere (cosa che non è da tutti: la maggior parte può essere un abilissimo cavaliere, ma negato per insegnare!), ma anche nel suo rapporto di vera amicizia che siamo riusciti ad instaurare.
Mi sono così resa conto, dopo aver conosciuto quello perfetto, di come sia vera questa frase di Oscar Wilde: “Ho dei gusti semplicissimi: mi accontento sempre del meglio”.